10 Aprile 2014
DOMENICA DELLE PALME

Anche quest’anno, il 13 aprile, saranno i pensionati di Coldiretti Novara-Vco a portare in processione la “ramuliva”, ovvero il ramo d'ulivo che sarà poi distribuito nella Cattedrale di Novara in occasione della Domenica delle Palme.
I rami stessi saranno rigorosamente “a chilometro zero”, provenienti cioè dalle coltivazioni delle due province di Novara e del Vco: “E' l'omaggio dei coltivatori al vescovo Franco Giulio Brambilla e alla nostra diocesi: quella “terra di San Gaudenzio”  che abbraccia il territorio di ben quattro province (Novara, Vco, Vercelli (Valsesia) e Pavia (Gravellona Lomellina)” sottolinea il presidente  della Federpensionati Coldiretti di Novara-Vco Emilio Simonelli.
L'iniziativa, già apprezzata e proposta per la prima volta nel 2012, coinvolge in prima persona i rappresentanti dell'Associazione Pensionati Coldiretti, che si sono resi peraltro disponibili ad aiutare le Parrocchie del centro città, domenica 13 aprile, alla distribuzione nella grande celebrazione che si dividerà tra la Basilica di San Gaudenzio e la Chiesa Cattedrale.
                                                                                              
“Il dono dell’ulivo è importante ed è per noi l’occasione di ribadire il forte legame ai valori cristiani che distingue Coldiretti sin dalla sua fondazione” precisa Simonelli.
“Un dono che è reso possibile dalla ripresa dell’olivicoltura sul territorio delle due province: in particolare, sul Lago Maggiore, è nostra intenzione riprendere una produzione olearia un tempo presente ed apprezzata e, su questo fronte, possiamo dire di essere già a buon punto. Ma colture sperimentali di olivo si possono trovare anche in pianura, in particolare a Oleggio”.

Storicamente, la produzione di olivo sul lago Maggiore e nell’antico Feudo della Riviera di San Giulio (Lago d’Orta) è documentata già nell’Alto Medioevo, dal X al XV secolo: oggi si coltivano nel solo Lago Maggiore circa 1500 piante d’olivo, ma si tratta di una recente reintroduzione destinata, negli anni, a crescere e a svilupparsi.

“Con gli anni, la tradizione dell’olivicoltura vive un progressivo sviluppo – aggiunge il responsabile Epaca e segretario della Federpensionati interprovinciale Paolo Favinie ciò è importante restituire un’importante elemento alla storia della nostra gastronomia, sposandolo con elementi vecchi e nuovi che, nei secoli, hanno determinato il paniere agroalimentare delle nostre due province: dal gusto di un semplice piatto di riso in bianco con un buon olio a ricette più elaborate (come lo stesso risotto mantecato all’extravergine), gli abbinamenti – e le idee in cucina – certo non mancano”.
Va ricordato che l’olivicoltura – e la relativa produzione di olio – è tuttora presente e radicata sugli altri grandi laghi del Nord Italia, dal lago di Como al lago di Garda, passando per quello d’Iseo: territori in cui l’ultima annata produttiva ha dato risultati importanti, con numeri in crescita a dispetto di un dato nazionale che indica, al contrario, una diminuzione in termini quantitativi.

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