13 Novembre 2013
RISO

“Serve una clausola di salvaguardia urgente per difendere il riso italiano dall’ingresso di prodotto straniero che nulla ha a che fare con la tradizione e la qualità del prodotto delle nostre pianure”.
A ribadirlo sono il vicepresidente e il direttore di Coldiretti Novara-Vco Federico Boieri (che ha delega per il settore riso) e Gian Carlo Ramella, a sostegno delle ragioni che hanno portato, lo scorso 7 novembre, a un incontro sul tema del riso presso il ministero delle politiche agricole a Roma, presente il sottosegretario Maurizio Martina: c’è particolare preoccupazione da parte delle imprese del territorio per le importazioni a dazio agevolato dai cosiddetti Pma (Paesi meno avanzati), in primis dalla Cambogia, che sta intasando l’offerta sui mercati UE con conseguente abbattimento dei prezzi corrisposti al produttore comunitario.
Coldiretti era rappresentata all’incontro dal vicepresidente nazionale Mauro Tonello.
L’incontro ha dunque approfondito gli aspetti legati alle importazioni di riso lavorato, a dazio zero, con la consegna al sottosegretario Martina della documentazione che certifica il fenomeno: ciò al fine di sollecitare lo stesso ministero delle Politiche Agricole a richiedere nell’immediato l’applicazione della clausola di salvaguardia e sospendere da subito le importazioni, per poi avviare, sempre in sede Europea, un percorso di revisione di tali normative.
In questo contesto, l’On. Martina ha assicurato l’impegno del Ministro De Girolamo, attraverso la definizione di una lettera di richiesta specifica, da far sottoscrivere ai rappresentanti politici Agricoli Europei dei singoli Paesi produttori, in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri UE.
Sempre il 7 novembre, si è tenuto a Bruxelles, il Copa Cogeca e il Comitato Riso “dove sono state avanzate le stesse richieste presentate a livello nazionale per indurre i rappresentanti della Commissione ad avviare il percorso di  revisione delle regole unitamente alla lista dei Pma dove figurano Nazioni che non avrebbero più i requisiti per essere considerati tali. E tra questi, secondo molti, vi sarebbe proprio la Cambogia.
Nell’occasione Coldiretti ha richiesto anche particolare attenzione nei confronti del Myanmar (che in futuro potrebbe innescare analoghi scenari) e al fenomeno delle triangolazioni tra Stati nella gestione delle merci”.     
Una soluzione, del resto, s’impone stante l’attuale situazione di mercato: “Le attuali, troppo basse quotazioni per il risone nazionale non rendono merito al lavoro dei risicoltori e, rispetto alle già fosche previsioni, c’è il rischio concreto di un’ancor più drastica diminuzione dell’ettarato dedicato già dalle prossime semine”.
Ad oggi il raccolto nel nel Novarese, non è ancora ultimato. Tutto ha avuto inizio con i ritardi nelle semine, al termine di una primavera Il riferimento è ad una primavera tra le più anomale, che ha visto le precipitazioni nel nord Italia essere superiori del 53% rispetto alla media nei primi  quattro mesi dell’anno. Ciò ha comportato uno slittamento di una ventina di giorni sulla crescita e maturazione del cereale e l’impossibilità di completare la gran parte dei raccolti.
“A  fronte di un raccolto che, nonostante le difficoltà del clima, è di buona qualità, si potrebbe pensare che il mercato ed i prezzi si siano quindi orientati positivamente rispetto  a queste condizioni più favorevoli per il mercato . Invece, per il momento, questo non avviene, anzi, le varietà da esportazione comuni od indica sono addirittura quotate sotto costo , siamo a valori di 25 euro/qle . Le varietà da interno si quotano meglio con valori superiori che superano anche i 35-40 euro qle.”.

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