27 Aprile 2009
SALUMI, VENDITE REGOLARI A NOVARA E VCO. COLDIRETTI: “I CONSUMATORI HANNO COMPRESO CHE NON CI SONO RISCHI PER IL CONSUMO DI CARNE E SALUMI MADE IN ITALY”

Vendite regolari di salumi e prosciutti anche a Novara e Vco. All’apertura settimanale di negozi, macellerie e supermercati gli acquisti di carne di maiale e di salumi, nelle due province procedono regolarmente e non si avverte nessun effetto psicosi provocato dall’emergenza dell’influenza messicana. 
 
“Stiamo monitorando la situazione sul territorio e rileviamo con soddisfazione che la tempestiva informazione di Coldiretti circa l’assenza di rischio sui consumi di carne made in Italy ha evitato il diffondersi di ingiustificati allarmismi” dice il direttore della Coldiretti interprovinciale Diego Furia.
“Acquistare carne di maiale e salumi italiani senza cedere alla paura ingiustificata è un comportamento di buon senso ma è anche un gesto di responsabilità per evitare di far chiudere senza ragione gli allevamenti italiani mettendo a rischio  migliaia di  posti di lavoro, dalle stalle ai negozi”.
 
Con 37 chilogrammi per persona consumati ogni anno tra carne suina fresca e salumi è - sottolinea la Coldiretti - la preferita dagli italiani. Acquistare carne di maiale e salumi italiani senza cedere alla paura ingiustificata è un comportamento di buon senso ma è anche un gesto di responsabilità per evitare di far chiudere senza ragione gli allevamenti italiani mettendo a rischio  migliaia di  posti di lavoro, facendo tesoro delle esperienze del passato.
 
“L’Italia è la patria mondiale dei buoni salumi, che assumo carattere di forte tipicità e radicamento nel territorio delle nostre province, come dimostrano innanzitutto i salami della duja e al fidighin, ma anche alla mortadella e ai salumi ossolani.
E’ poi opportuno ricordare che In Italia da almeno dieci anni non viene importata carne fresca, congelata o suini vivi dal Messico e che nei cinquemila allevamenti italiani non è stato riscontrato nessun caso di contagio di uomini o animali”.
  
A tutela della produzione nazionale, vanno subito adottate senza indugi - conclude la Coldiretti - le misure già sperimentate con successo nel caso dell’influenza aviaria a partire dall’obbligo di indicare della provenienza sulle etichette della carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina rispettivamente dopo le emergenze aviaria e mucca pazza. L'esperienza delle crisi del passato ha dimostrato che la trasparenza dell'informazione e la rintracciabilità in etichetta è il miglior modo per garantire i consumatori ed evitare la psicosi nei consumi.

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